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“A scuola di Rispetto” con Acli ed Equilibra per il benessere sociale

Prevenire e contrastare la violenza, in particolare quella di genere, aumentare la consapevolezza dei giovani sul fenomeno e sensibilizzarli sui propri diritti e doveri in modo che possano tutelarsi in caso di abusi. Sono questi gli obiettivi principali del progetto nazionale “A scuola di rispetto”, organizzato dal 2017 dalla Onlus “Equilibra per il benessere sociale” con la collaborazione dell’Ordine degli Psicologi del Lazio. Per il terzo anno consecutivo l’iniziativa giunge anche nelle scuole della Sardegna e in particolare a Elmas, dove verrà portato nei mesi di aprile e maggio 2021 dai responsabili regionali del progetto, gli psicologi Francesco Ciaccio e Francesca Luisa Aru in collaborazione con Acli Elmas.

Al centro dell’intervento ci saranno i ragazzi dell’Istituto Comprensivo “Monsignor Saba” e dell’Istituto d’Istruzione Superiore “Duca degli Abruzzi”. «Questo progetto ci piace perché prevede una partecipazione attiva dei ragazzi – spiega il presidente delle Acli di Elmas Paolo Tambaro –. Vorremmo che gli studenti che prendono parte agli incontri si facciano poi promotori in prima persona dei contenuti appresi in modo da trasmetterli ai loro coetanei attraverso un processo virtuoso di peer education».

Il progetto si colloca in un contesto nel quale la pandemia ha modificato, se non sconvolto, la quotidianità di ciascuno, ma in particolare quella degli adolescenti. Il distanziamento sociale e la quarantena hanno avuto un profondo impatto sulla psiche di molti ragazzi, in una fase di vita già particolarmente complessa di per sé. L’impossibilità del contatto interpersonale diretto ha spinto all’uso smodato di smartphone e relazioni virtuali. Tra le conseguenze troviamo, in alcuni casi, l’aumento di difficoltà relazionali e comportamenti aggressivi tra coetanei, partner e genitori, specialmente sulle donne. L’impatto si mostra particolarmente evidente se si guardano i numeri: secondo uno studio dell’Onu, nei primi tre mesi di lockdown, violenze e femminicidi sono aumentati del 20% in tutto il mondo. In Italia, durante il primo lockdown, secondo l’Istat le chiamate al numero antiviolenza 1522 hanno subito un incremento del 73% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, Il 45,3% delle vittime ha paura per la propria incolumità e il 72,8% non denuncia il reato subito.

30 marzo 2021


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